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20 Dicembre 2018

Molte persone, anche quelle meno avvezze ai termini gergali del mondo della produzione audiovisiva, sanno di cosa si parla quando si parla di ‘gobbo’.

Il termine è preso in prestito dal teatro e indica quella piccola cupola a protezione di un’apertura al centro della ribalta dove si posiziona il suggeritore, ovvero la persona incaricata di dare gli spunti e le imbeccate delle battute agli attori in scena.

Con l’avvento della televisione e del cinema, il ‘gobbo’ è diventato, più generalmente, ogni strumento che sul set permetta all’attore di leggere le proprie battute (o parte di esse): partendo dall’assistente di studio posizionato di fianco alla telecamera e con in mano dei grossi fogli, arrivando fino a moderni schermi a scorrimento, anche incorporati nella stessa videocamera.

Questi ‘schermi speciali’ prendono il nome di prompter: sono composti da un supporto montato sotto l’obiettivo della telecamera su cui è appoggiato uno schermo (molto comunemente un tablet); su di esso scorre il testo dello speech o dell’intervista, comandato ‘a distanza’ tramite un telecomando; il testo viene riflesso su uno specchio che è posizionato direttamente sull’obiettivo, per mezzo di un ‘cappuccio’ che quasi richiama alla memoria le ‘tende’ usate in passato per riparare la camera (e la testa dei fotografi) dalla luce, nei primi dagherrotipi.

Il prompter permette quindi al soggetto del video di parlare direttamente in camera, con lo sguardo rivolto all’obiettivo, rendendo la sensazione di star leggendo un testo scritto quasi completamente impercettibile. Il discorso viene reso più fluido dalla possibilità di vederlo scorrere proprio di fronte a sé: il protagonista può allora permettersi di concentrare la propria attenzione sui movimenti, le pause nel discorso e su piccoli incisi da aggiungere a piacimento senza perdere il filo e senza dover sforzare la memoria.

Si tratta di un ottimo aiutante per far risultare spontanei e naturali discorsi istituzionali, messaggi video e interviste, anche a fronte di un testo ben scritto e impostato. I nostri clienti, con il tempo, sono giunti a conoscerlo e ad apprezzarlo al punto tale da richiedere spesso il suo utilizzo.

Edithink impiega questo strumento ormai da oltre vent’anni, inizialmente per esperienza televisiva. Ultimamente ci siamo spostati su strumenti sempre più leggeri, indirizzati all’ambito della comunicazione corporate in cui generalmente riscontriamo la necessità di produzioni che facciano perdere il meno tempo possibile al cliente, spesso chiefs aziendali.